Meta invernale classica per osservare grandi concentrazioni di Gru. Si tratta di bacini artificiali costruiti tra gli anni 60 e 70 del secolo scorso per proteggere Parigi e aree limitrofe dalle piene dei fiumi Senna, Marne e Aube fungendo da casse di espansione. Questi bacini vengono svuotati durante l’estate per poter raccogliere le acque di eventuali piene durante le altre stagioni.
In quest’area le Gru arrivano a decine di migliaia in autunno (nel novembre 2016 erano 68.000) ed inoltre molte di esse decidono di fermarsi: i dati relativi a quest’inverno rilevano infatti circa 29.000 individui svernanti, un numero impressionante.
Abbiamo visitato questi siti nei giorni compresi tra l’8 e l’11 dicembre 2016.
Al nostro arrivo, nel primo pomeriggio, abbiamo iniziato ad osservare l’area a sud del bacino del Lac d’Orient, iniziando a compilare la lista delle anatre: Alzavole a migliaia, Fischioni, Quattrocchi, Codoni, Canapiglia, Mestoloni, Morette tabaccate, Morette, Moriglioni, Orchi marini, Smerghi maggiori e molte altre specie. Il mattino seguente, percorrendo la strada tra le campagne alle prime luci dell’alba, la leggera nebbiolina notturna esitava a dissolversi ed un velo di brina imbiancava tutto il paesaggio; fu lì che, in alcuni prati contornati da boschi, si mostrano 4 Gru vicinissime ad alcuni caprioli, una scena pittoresca da ritratto ottocentesco.
Arrivati all’Etang de la Horre, abbiamo avuto la fortuna di osservare una considerevole concentrazione di oltre 250 individui riuniti di Cigno minore, alcuni in acqua e molti sulla lastra di ghiaccio che in alcune parti copriva il bacino, si preparavano alla giornata ripulendo le penne per poi involarsi a gruppi in direzione delle aree di alimentazione.
Abbiamo quindi iniziato l’esplorazione del Lac du Der alla ricerca dei famosi raggruppamenti di Gru. Durante la giornata si possono osservare infatti questi grandi uccelli nei campi, a gruppetti di 3, 15, 400,… oltrechè in volo in ogni momento e ovunque. Alcune lingue di terra nel Lac du Der, un po’ lontane, sembravano molto scure e si distingueva un’interminabile macchia nera… erano migliaia di Cormorani! Osserviamo bene inoltre un centinaio di Oche selvatiche ed una Volpoca, a contorno delle specie più comuni.
Sulla riva nella baia di Presqu’île de Larzicourt sostavano centinaia di Aironi cenerini e bianchi maggiori che, creando un’alternanza di colori bianco e grigio in combinazione con le loro forme allungate ed immobili, era davvero singolare ed esteticamente molto bello. Dietro di loro, sull’acqua, migliaia di Folaghe formavano un cordone nero lunghissimo. Ma ecco tra questi due fronti una grande sagoma bianca ed un altrettanto imponente becco arancione: un Pellicano riccio! Tra di loro anche alcuni Quattrocchi, Smerghi maggiori, Orchi marini, Beccaccini, ecc… Nel frattempo dalla sommità degli alberi adiacenti risuonava il canto melodioso della Tordela. Più difficile è stato invece contattare il Picchio rosso mezzano: l’abbiamo sentito una sola volta emettere il richiamo e in seguito solo uno di noi è riuscito a vederlo brevemente in volo.
Nel pomeriggio aggiungiamo all’elenco anche Chiurli maggiori, Piovanelli pancianera, una Pantana, un Falco pellegrino a creare scompiglio tra le anatre e poi naturalmente Oche e Gru, Cigni reali e selvatici… Il momento magico però è al tramonto, quando il cielo si tinge di giallo, arancio e rosso e in gruppi di decine o centinaia le Gru si dirigono vocianti a trascorrere la notte nel bacino del Lac du Der. Uno spettacolo unico.
Il sabato l’abbiamo trascorso a tappe sul lago, visitando i luoghi ove non eravamo ancora stati e successivamente abbiamo percorso dei tratti della Foret du Der adiacenti al bacino. Lungo il corso della giornata abbiamo visto le Gru nei campi veramente ovunque insieme ad altre interessanti osservazioni di moltissime Pavoncelle e Poiane, quest’ultime numerosissime e spesso molto caratteristiche con petto e ventre bianchissimi; altre anche molto chiare o chiazzate di bianco sul dorso e senza alcun accenno del “collare”.
Nel tardo pomeriggio abbiamo avvistato anche una Strolaga minore.
Entusiasmante inoltre l’incontro notturno con un Barbagianni oltre ad un paio di Allocchi.
Nell’ultima mattinata dovevamo lasciare l’area per rientrare in Italia e per combinazione anche il bel tempo ci aveva lasciati: era umido e una lieve foschia spegneva tutti i colori. Volevamo vedere ancora il Lac d’Amance e Le Lac du Temple ma l’acqua era lontanissima dalla riva e con la scarsa visibilità era quasi impossibile riconoscere le specie che vi galleggiavano.
Quindi abbiamo terminato la visita con poca speranza all’osservatorio della Riserva ornitologica del Lac d’Orient ove anche qui l’acqua era distante ma comunque ci ha dato possibilità di osservare Mestoloni, Canapiglia, Quattrocchi, Smerghi maggiori, Alzavole e le immancabili Folaghe, naturalmente anche Germani, Aironi, Cigni, Cormorani, Oche selvatiche e granaiole e, proprio mentre stavamo abbandonavamo l’osservatorio, veniamo richiamati dall’amico “ritardatario” che ci regala l’ultima grande sorpresa del viaggio: un’Aquila di mare! Cercata invano sul Lac du Der l’abbiamo vista lì, all’ultimo minuto, anche se lontanissima. La sua massa faceva sembrare i cormorani quasi dei pulcini… Era posata a terra e l’abbiamo vista poi involarsi per un minuto fino a scomparire dietro un argine lasciandoci così un bellissimo ricordo.
Abbiamo pernottato nel B&B “Les Coccinelles” in stile tipico molto grazioso e confortevole, nel piccolissimo centro di Droyes. Hanno tre camere accoglienti, belle e pulite, con salotto e area comune oltre alla possibilità di utilizzare una piccola cucina. Nello stesso paese abita anche una guida ornitologica (Gérard Rolin, www.birder.fr) molto bravo e disponibile, che ci assicura come l’area sia molto interessante da visitare anche durante i mesi primaverili, soprattutto in maggio e giugno. Aggiungiamo come questa regione ci sia apparsa bella non solo sotto l’aspetto ornitologico e sicuramente varrebbe la pena visitarla con un po’ più di tempo e tranquillità.