Chi va a fare osservazioni in campagna come noi birdwatcher si trova abbastanza comunemente di fronte a scene come queste in foto: rifiuti di vario genere abbandonati lungo strade sterrate in aree rurali ricadenti nella Città Metropolitana di Torino (qui ci troviamo a Volpiano).
Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti è una piaga ambientale e sociale che deturpa il paesaggio, minaccia la biodiversità e danneggia la salute pubblica. Tra i materiali visibili ci sono serramenti, carcasse metalliche, bidoni arrugginiti e persino parti di veicoli, tutti rifiuti speciali che richiederebbero smaltimento controllato.
Il danno va oltre la legge: questi rifiuti rilasciano sostanze tossiche nel suolo e nelle falde acquifere, minacciano la fauna e rendono inutilizzabili aree agricole. Spesso, i Comuni sono indifferenti perchè lo smaltimento è un onere che non vogliono accollarsi.
Queste azioni costituiscono gravi violazioni della normativa ambientale italiana. L’art. 192 del D.Lgs. 152/2006 vieta espressamente l’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti sul suolo, prevedendo sanzioni amministrative e penali. In caso di rifiuti pericolosi, come oli esausti, pneumatici o materiali contenenti amianto, si configura anche il reato di gestione illecita di rifiuti, punibile con l’arresto fino a due anni e ammende fino a 26.000 euro. Se l’abbandono è su larga scala o ricorrente, può persino configurarsi il reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e di ecomafie, con pene molto più gravi.
È fondamentale promuovere un maggiore controllo del territorio perchè dietro queste situazioni c’è sempre della illegalità nascosta, come ristrutturazioni edili in nero e senza autorizzazioni, furti di rame, di automobili e smaltimento di rifiuti come gli pneumatici e oli esausti che hanno regole ben precise.
Sarebbe necessario l’installazione di fototrappole, campagne di sensibilizzazione e, soprattutto, una cultura del rispetto ambientale.
Chi inquina oggi ruba il futuro delle prossime generazioni.