Marocco del Sud
Marocco del Sud

Marocco del Sud

Viaggio a cura di Andrea Corso e Michele Viganò

Panorami della costa atlantica

Il fascino di Natura della terra africana si mostra attraversando distese immense ed incontaminate, pestando la sabbia delle dune della costa oceanica e lasciando le nostre impronte sulla neve dei monti dell’Alto Atlante, osservando la vetta del Jbey Toubcal (4.167m). La terra qui è ricca di contrasti forti, nei colori, nella gente e spesso nella povertà. Fuori dalle città si vive una vita di sussistenza, ci si sposta e si trasportano masserizie con gli asini, si pascolano pecore, capre e pochi bovini.


Le mura di Taroudant

Noi atterriamo ad Agadir ed il primo giorno lo trascorriamo lungo la costa atlantica, sul mare o nell’immediato entroterra, dove incontriamo subito una serie di specie da brivido: prima di tutte l’Ibis eremita, con l’ultima popolazione selvatica vitale al mondo, poi la mitica Ciagra corona nera, Canapino pallido occidentale, Luì iberico, Monachella ibericaAnatra marmorizzata, Nibbio bianco.

Tra le altre specie Farfalla monarca, Scoiattolo di terra e un equipaggio riesce anche a vedere bene una Mangusta. Gli uccelli molto comuni, che si possono vedere quasi ovunque nel Marocco del Sud sono Bulbul golanera, Codirosso algerino, Zigolo delle case, Rondine rossicciaCappellaccia di Thekla, Averla capirossa!

 
Codirosso algerino e Rondine rossiccia

Piccoli centri abitati lungo l’itinerario verso l’alto Atlante

Spostandoci per arrivare verso l’Alto Atlante i paesaggi mutano e sorprendono in continuazione. I piccoli centri abitati si fondono con l’ambiente circostante, quasi invisibili, costruiti con la stessa terra che li circonda. In ogni luogo ove sostiamo qualche amico alato ci sorprende. Le due notti seguenti le trascorriamo in un piccolo albergo di montagna con lo stile tipico marocchino, delizioso. In ogni luogo sperduto in cui abbiamo pernottato non è mai mancato il wi-fi!


Sulla via verso l’alta montagna

Il giorno seguente lungo la via per l’alta montagna abbiamo visto benissimo il Picchio di Levaillant e la Silvia di Tristram. Arrivati sulla neve era sorprendente pensare di essere in Marocco in una stazione sciistica! Era molto modesta e le attrezzature esposte lungo il grande piazzale di parcheggio erano per noi obsolete. Ma ciò che per noi è ormai superato per loro vanno ancora benissimo.


Esemplare di Fringuello alicremisi

Tra il contrasto di colori impensabili, il cielo di un blu incredibile contro la neve bianca spezzata da zone di terra e rocce rosso scuro, il nostro entusiasmo è tutto per Fringuelli alicremisi, Allodole golagialla, Passere lagie ed un maschio spettacolare di Culbianco di Seebohm. Viene persino da dedicare scarsa attenzione a specie che normalmente a casa possono fare la nostra felicità, come Passero solitario, Sordone, Falco pellegrino, Gracchio alpino e corallino, ecc…


Uromastice

Tornando verso altitudini più modeste incappiamo in due esemplari di Pernice Sarda. Nei trasferimenti lungo pianure (o altopiani) rocciose o semi desertiche facciamo molte tappe e un po’ tutti prendono gusto a sollevare grandi massi per cercare rettili, quando non sono già in bella mostra, e così vediamo moltissime specie interessanti: lucertola ocellata, gongilo, agama, gecoscorpione, fino a culminare in un bell’esemplare di uromastice. Sagome da dinosauri in miniatura che affascinano ed incutono timore.

Vediamo poi benissimo un Falco di Barberia posato su un palo e ce lo assaporiamo a lungo, prima di ripartire per nuove mete. Si attraversano paesi dove il distributore di carburanti è un garage con una scorta di alcuni bidoni di benzina e gasolio, versati con un imbuto a mano. Non esistono supermercati e nemmeno negozi come li conosciamo noi; ci sono piccole botteghe composte da solo un locale affacciato sulla strada e stracolmo di svariati articoli tra cui pochi cibi confezionati. L’unico alimento fresco che si trova sempre è il pane, buonissimo, e poi frutta e verdura. Non ci sono “bar” né ristoranti.


Paesaggi incantevoli della terra africana

Lungo la valle di Oued Souss, con alcune pareti a picco sul piccolo fiume consumiamo il nostro pasto osservando un Falco di Barberia sulla parete, anch’esso intento a consumare il suo pasto, e lungo il fiume una rara Ballerina bianca subpersonata, Casarca, Poiana codabianca, Cicogna bianca, Monachella nera e libellule, ecc. In mezzo ad un’area semidesertica dove lo sguardo spazia con gran respiro vediamo una costruzione troglodita in cima ad una collina e nei pressi scorgiamo le prime Allodole beccogrosso, e poi Monachelle del deserto, Poiana Codabianca

Lungo centinaia di chilometri si trovano gli alberi di Argan, dai quali viene estratto il famoso e prezioso Olio di Argan che ha una resa bassissima: occorrono 100 kg di frutti per produrre un litro d’olio.


Antico Caravanserraglio con Maison d’Hotel Escale Rando

E così arriviamo in un luogo fiabesco. Un antico Caravanserraglio, grandissimo, parzialmente ristrutturato per ospitare ancora i viaggiatori moderni. Arriviamo prima di sera quando le luci calde del tramonto lo inondano di un colore caldo, accogliente, maestoso. Quanta storia è passata di qua? In quali anni, quali secoli passati? Si vedono ancora scorci della sua passata bellezza nell’architettura tipica. Prendiamo posto in alcune camere, in stile locale, e una civetta saluta la notte nel silenzio profondo contro un cielo stellato all’inverosimile ed immenso.

Altri incontri lungo le strade percorse: Garrulo fulvo, Rondone indiano, Trombettieri, Bigia grossa… difficile ridurre tutto in poche parole ed impossibile ricondurne le emozioni.


 

Ancora molte sorprese ci aspettano. Lungo il corso sabbioso di un piccolo fiume scorgiamo l’Usignolo d’Africa, mentre alcune Pernici di mare sostano durante la loro migrazione, ed ecco sfrecciare un Gruccione egiziano! Magnifico tra gli altri gruccioni dai quali però distogliamo l’attenzione perché tra vari limicoli, qualche Spatola, un’Upupa… ecco le Grandule! Ci voleranno o sosteranno attorno, anche distanti ma ben visibili al cannocchiale, Grandule del SenegalGrandule Coronata. Poi, di nuovo per strada, vediamo anche un Corvo Collobruno e per non farci mancare proprio nulla coroniamo gli avvistamenti con le UBARE, molto mimetiche tra gli sparsi cespugli spinosi e secchi della distesa desertica.

 
Splendide incisioni rupestri scoperte quasi per caso

Lungo la strada un blando cartello indica delle incisioni rupestri e decidiamo di fare questa breve deviazione. E’ una sorpresa entusiasmante che ci lascia a bocca aperta. Non sono due o tre ma decine di incisioni di figure, soprattutto animali, scolpite su una collina direttamente sulle rocce. Elefante, giraffa, serpente, un uccello… Uno scenario bellissimo ed insospettato. Magico e simbolico, ci ammutolisce e ci riconnette con il nostro passato ancestrale.

L’ultimo giorno all’estremo sud ci aspettano numerosi rapaci: Poiana codabianca, Lanario, e finalmente Aquila di Bonelli. Non abbiamo visto il Gufo del deserto ma ne abbiamo trovato tracce e osservando Monachelle testa grigia, del deserto e Occhiocotto all’improvviso spunta un uccellino irrequieto che non sta mai fermo e si muove spostandosi all’interno dei piccoli cespugli, è piccolissimo e non è mai scontato vederlo: Beccamoschino inquieto, 10 cm di bellezza pura.


 

Non manca pure l’osservazione del Ratto grasso del deserto un roditore cicciotto e simpatico con il quale lasciamo il sud per fare ritorno verso Agadir. Ancora qualche bella osservazione lungo la strada: un’ultima Ciagra, l’immancabile Averla capirossa e Cappellaccia di Thekla, ma anche un piccolo Colubro dal cappuccio, gechi e scorpioni, rondini rossicce e poi dobbiamo chiudere, scorrendo chilometri e lasciandoci alle spalle qualche dromedario, delle tende berbere a poca distanza da cittadine dagli edifici squadrati e monotoni dall’architettura simile ai bellissimi villaggi di montagna ma che il cemento e la maggior dimensione rendono banali, e anche tanta spazzatura lasciata in giro, unica nota “stonata” del viaggio.

Sull’aereo, sorvolando ancora gli alti monti innevati, resta in mente la brezza dell’Oceano tra Cormorani e Ibis, la sabbia e le rocce del deserto tra Monachelle e Cappellacce, l’aria tersa ed il cielo di un blu indefinibile dell’alto Atlante e una lista lunghissima di osservazioni spettacolari.